Il dibattito sull’uso degli smartphone e dei social media è molto ampio e coinvolge diverse tematiche e aspetti. Ecco alcuni degli elementi e delle tematiche principali che emergono in questo contesto:
- Dipendenza tecnologica: molti esperti e ricercatori sostengono che l’uso eccessivo degli smartphone e dei social media può portare ad una dipendenza tecnologica, con conseguente impatto negativo sulla salute mentale e sulle relazioni interpersonali.
- Impatto sulla salute mentale: l’uso eccessivo degli smartphone e dei social media è stato associato ad un aumento dei sintomi di ansia, depressione e stress, specialmente nei giovani.
- Effetto sui rapporti interpersonali: l’uso eccessivo degli smartphone e dei social media può influire negativamente sulla qualità delle relazioni interpersonali, limitando la capacità delle persone di creare legami significativi e autentici con gli altri.
- Effetto sullo sviluppo evolutivo dei giovani: gli esperti sostengono che l’uso eccessivo degli smartphone e dei social media può influire negativamente sullo sviluppo evolutivo dei giovani, impedendo loro di sviluppare abilità sociali importanti per la loro crescita.
- Sicurezza online: l’uso degli smartphone e dei social media può comportare rischi per la sicurezza online, come la divulgazione di informazioni personali o l’esposizione a contenuti inappropriati o pericolosi.
- Produttività e gestione del tempo: l’uso eccessivo degli smartphone e dei social media può influire sulla produttività e sulla capacità di gestire il proprio tempo in modo efficiente, con conseguente impatto negativo sulla vita lavorativa e personale.
- Impatto sull’educazione e sulla formazione: l’uso degli smartphone e dei social media può offrire opportunità di apprendimento e di formazione, ma può anche comportare la distrazione degli studenti durante le lezioni e la riduzione della loro capacità di apprendere in modo profondo e significativo.
Questi sono solo alcuni degli elementi e delle tematiche che emergono nel dibattito sull’uso degli smartphone e dei social media. Tuttavia, è importante considerare che ogni individuo ha un rapporto diverso con questi dispositivi, e che l’impatto dell’uso dipende dalle circostanze e dai comportamenti individuali.
Oggi viviamo tutti, chi più, chi meno, in una realtà dove siamo in connesioni tra di noi e con il mondo.
Il fatto stesso che si sia su Twitter ne è la dimostrazione.
Sentiamo la necessità, il piacere , la curiosità di scoprire nuove realtà e nuove persone. Ritengo che questo, chiamiamolo”bisogno” sia alla base dell’uomo, sia la molla che ci ha portato alla scoperta di nuove terre e nuove civiltà, o di grandi scoperte scientifiche.La sete di scoprire e conoscere è sempre stata bagaglio dell’uomo di ogni epoca
Noi oggi, abbiamo degli strumenti che annullano le distanze, che ci aprono porte impensabili solo 50 anni fa.
Lo smartphone è diventato alla portata di tutti, non solo di una elitè, e ha cambiato e sta cambiando il modo di vivere. Il web e i cellulari hanno fatto fare un salto in avanti alla società, mutando un ordine di fattori che, di generazione in generazione, eranorimasti immutati.
Questo cambiamento che agli occhi dei più, soprattuto delle nuove generazioni, pare completamente positivo, però, ha dei risvolti che non sono del tutto innocui o positivi, soprattutto per i giovani che sono spesso inconsapevoli dello strumento che usano, come fosse una loro stessa appendice.
Le ore che trascorrono con gli occhi sul cellulare, i meccanismi che i nuovi luoghi di incontro , i social, hanno imposto, sfociano in alcuni casi in ansia e isolamento, venendo a mancare il naturale confronto tra coetanei in presenza fisica e non virtuale.
I ragazzi tendono a stare più in casa, a ritardare la loro autonomia, come l’età in cui prendere la patente, complici i genitori, che spesso confondono il non uscire come una sorta di rifugio protetto dalle avversità del mondo esterno, creando gabbie dorate illusorie. Genitori che sono disposti a portare in giro i figli ormai maggiorenni, prima di far prendere loro la patente e crearsi l’ansia del figlio che guida o che esce di casa.
Allo stesso tempo sta nascendo nei genitori una nuova ansia, perchè il cellulare che li tiene al sicuro, sposta i tempi anche verso i familiari. Ci sono sempre più adolescenti e non solo, che vivono col cellulare in tasca se non in mano, in ogni momento della giornata, creando una sorta di muro anche verso la propria famiglia.
Per capire questa nuova dimensione giovanile, sono andata a parlare con diversi giovani dai 12 ai 20 anni, di varie estrazioni sociali, di grandi e piccole città, cercando di farmi aprire le porte del loro mondo “connesso” e della vita sui social.
La prima cosa che salta agli occhi è la differenza di una generazione, la Z, che già al suo interno ha grandi differenze.
I sociologi infatti stanno riscrivendo i concetti di “generazione” perchè non è più reale contenerle in un arco di soli 20 anni, come le precedenti fino agli anni 2000.
I ragazzi sono stati sorpresi dalle mie domande, ma tutti disponibili a parlare del loro mondo dove il cellulare è lo strumento fondamentale.
Infatti praticamente nessuno usa il computer, solo ed esclusivamente lo smartphone. Salta subito agli occhi la differenza tra un/a 12/14 enne e un/a 17/19 enne.
I più grandi sono legati al cellulare per organizzarsi, che va dagli amici allo sport. Palestre e strutture sportive ormai sono tutte a prenotazione online. Il cellulare viene pure usato a scuola, alle superiori hanno i libri digitali e quindi altro motivo per usarlo. Per il classi evergreen del gaming, oggi evoluto in giochi di squadra dove i giocatori sono di ogni parte del globo.
I più grandi nel cellulare ci vedono la comodità di non doversi spostare per parlare con gli amici in ogni momento, per scuola o semplicemente per darsi un appuntamento.
Tutti sia machi che femmine indistintamente, concordano che ne abusano perchè affascina la comodità, perchè ci trovano tutto ciò che occorre. Informazioni, notizie, materiali per ricerche e a volte toglie tempo allo studio perchè per cercare qualcosa si perdono in altri argomenti. Sui social i più grandi paiono meno irretiti. I ragazzi usano meno ISTAGRAM che lo ritengono più da ragazze, ma ci vanno proprio per quello. Mentre usano Whatsapp e in aumento TikTok, ricco di video e storie. Ecco le storie sono una delle voci ricorrenti per entrambi i sessi. Cercano e si divertono a crearne, a testimonianza della loro “esistenza” . Lo ritengono un modo di dire al mondo “ci sono anche io”
Tenenzialmente tutti rifiutano e sono stanchi delle polemiche che vedono nelle tv. Cercano argomenti di discussione o divertenti per passare il tempo.
I più grandi ( forse per aver subito il lockdown? ) hanno più voglia di uscire e dicono di usare il cellulare con gli amici anche per poi trovarsi dal vivo cosa a cui non rinunciano.
Altra realtà è per i più piccolo, adolescenti, che usano il cellulare quasi come il prolungamento della mano.
Cambiala finalità del celulare soprattutto in funzione di un essere visti, che vivono come una sorta di stendardo verso gli altri. Usano i social per chiacchiere con le amiche /i del cuore, profili a cerchia di amici , chiusi. e nel caso anche un profilo ufficiale per farsi vedere.
I social sono il loro palcoscenico. Io posto io esisto, è un po’ il senso che ho raccolto da ogni ragazzino/a ascoltato.
Usano per lo più istragram, whatsapp è vecchio e poco adatto alle loro esigenze , “è da boomers” cos’ mi hanno risposto. Meglio Istagram e tiktok. Mi hanno colpito frasi tipo ” i social servono anche per creare gli argomenti da parlare il giorno dopo a scuola, magari durante la ricreazione.” Usano le piattoforme del web anche per lanciare messaggi. ” se a scuola qualcuno mi critica per come mi vesto, io posto le mie foto sorridenti, per far capire loro che non mi interessa, che le loro critiche non mi toccano. ” ovviamente nei profili aperti a chiunque voglia vederlo, aggiungo io.
Argomento, uscito solo nella fascia bassa dell’età, è stato il cyber bullismo, argomento che affronteremo con esperti in una delle prossime stanze.
Mentre nei ragazzi più grandi è un aspetto che non hanno rilevato, nella fascia 12/14 è abbastanza frequente3. Mi ha colpito la naturalità con cui , tutti, me ne hanno parlato, quasi che fosse una normalità, prendere una amico/o , buttarlo dentro un gruppo di WA e coprirlo di insulti, per la “cavolata” che ha combinato, quasi che l’errore giustificasse il gruppo e gli insulti. e’ sconvolgente
Questo e molto altro è stato lo scambio di opinioni e confronto nella serata del 15 Marzo nel nostro spazio Twitter . Qui potete ascoltare l’intero incontro. Vi aspettiamo al prossimo evento sintonizzatevi sul nostro spazio Twitter!
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